
Lettera del Vescovo ai Religiosi e alle Religiose
Ricolmi di gioia (1Pt 1,6)
Lettera del Vescovo ai Religiosi e alle Religiose in occasione della Visita a tutte le Case religiose presenti in Diocesi
Sorelle e Fratelli Religiosi,
“rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi.
Sempre, quando prego per tutti voi,
lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo,
dal primo giorno fino al presente” (Fil 1,3-5).
Con questa mio biglietto, breve e familiare, voglio comunicarVi che è mio desiderio, come Vescovo e Padre, visitare tutte le Case religiose presenti in Diocesi, per dirvi la stima verso la consacrazione; conoscere meglio il vostro carisma; ringraziarvi per l’efficace ministero che svolgete e per incoraggiarvi nel cammino e nel servizio in questa Santa Chiesa.
Ogni Religioso e Religiosa può sicuramente ripetere: il Vescovo mi pensa e mi porta nella sua sollecitudine pastorale!
Scrive Pietro, il primo Papa:
“Siate ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.” (1Pt 1, 6-9).
Ho scelto come titolo di questa Messaggio il versetto “Ricolmi di gioia”, estrapolandolo proprio dalla Prima lettera di Pietro e dal Salmo 126, un canto delle salite di Davide, che invita a nuova e sorprendente speranza:
“Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: “Il Signore ha fatto grandi cose per loro”. Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.” (Salmo 126, 1-3).
Lasciate che io vi pensi così nella nostra Chiesa: anfore ricolme di gioia!
Anfore … ricolme di gioia per il dono della fede.
Ricolme di gioia per la vocazione.
Ricolme di gioia per la famiglia spirituale nella quale il Signore vi ha chiamati.
Ricolme di gioia perché pellegrini in questa Chiesa di Nocera Inferiore – Sarno
Ricolme di gioia nonostante l’età, gli acciacchi, le difficoltà, le prove.
Ricolme di gioia e sempre in piedi, risorti, in cammino verso l’Altro e l’altro cantando il Magnificat.
Ricolme di gioia come Maria, Madre e Maestra della gioia vera.
Ricolme di gioia “anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove” (1 Pt 1,6).
Ricolme di gioia come i vostri Santi Fondatori, i Beati e le Beate, frammenti di cielo caduti sulla nostra terra e perciò esultanti di gioia indicibile e gloriosa.
Sorelle e Fratelli Consacrati,
nella Chiesa “come in un albero piantato da Dio e in modo mirabile e molteplice ramificatosi nel campo del Signore, sono cresciute varie forme di vita solitaria o comune e varie famiglie, che si sviluppano sia per il profitto dei loro membri, sia per il bene di tutto il corpo di Cristo” (LG 43).
Avete sicuramente riconosciuto il bel testo che i Padri conciliari collocano nel cuore della Lumen Gentium, nel capitolo VI dedicato ai Religiosi, per ricordare la vostra vocazione ecclesiale e il vostro servizio nel cuore della Chiesa come testimoni dell’Invisibile.
Siete oggi e da molto tempo nella Chiesa Diocesana e, forse, tanti non conoscono ancora la vostra storia e il vostro carisma.
Come raccontarVi meglio per far conoscere ai giovani e alle giovani le tante strade vocazionali?
Come seminare ancora la semente buona, tante volte nelle lacrime, sapendo che si mieterà con giubilo?
Qual è lo stato di salute dei Religiosi e delle Religiose, in un mondo che ha smarrito Dio?
Attingiamo ancora abbondantemente al Concilio, mentre ci apprestiamo a celebrare la data giubilare del suo inizio: 11 Ottobre 1962.
Il Concilio ci esorta: “I religiosi pongano ogni cura, affinché per loro mezzo la Chiesa abbia ogni giorno meglio da presentare Cristo ai fedeli e agli infedeli: sia nella sua contemplazione sul monte, sia nel suo annuncio del regno di Dio alle turbe, sia quando risana i malati e gli infermi e converte a miglior vita i peccatori, sia quando benedice i fanciulli e fa del bene a tutti, sempre obbediente alla volontà del Padre che lo ha mandato” (LG 46).
Oggi è ancora più affascinante il vostro compito di educare alla vita santa del Vangelo ripresentando Cristo nella vostra vita.
Come superare allora stanchezze e tristezze per essere più leggeri e gioiosi?
Abbiamo bisogno di ritornare al Vangelo, alla Fonte e alle fonti della Tradizione.
Come aiutare il nostro popolo a correggere una vecchia idea, dalla quale già il Concilio ci mette in guardia?
L’inutilità, cioè, della vita consacrata:
“Né pensi alcuno che i religiosi con la loro consacrazione diventino estranei agli uomini o inutili nella città terrestre. Poiché, se anche talora non sono direttamente presenti a fianco dei loro contemporanei, li tengono tuttavia presenti in modo più profondo con la tenerezza di Cristo, e con essi collaborano spiritualmente, affinché la edificazione della città terrena sia sempre fondata nel Signore, e a lui diretta, né avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando” (LG 46).
La città degli uomini oggi ha urgente bisogno di vera spiritualità. Questo è il vostro compito, sempre nuovo e necessario: aprire finestre verso l’alto per far vedere il cielo.
Ecco, Sorelle e Fratelli, vengo a visitarVi nei giorni che vi saranno comunicati semplicemente per conoscerVi, incoraggiarVi, aiutarVi ad inserirVi meglio nel tessuto variegato della Chiesa Diocesana, che ha bisogno del Vostro contributo spirituale per essere ancora più viva e vivace.
Ci accompagni in questo cammino la Vergine Santa, Cattedrale del silenzio e Madre della Chiesa.
Presi per mano da Lei, i nostri passi saranno meno incerti e il canto del Magnificat ritornerà a risuonare nelle nostre vite e nella nostra storia.
Vi benedico
Nocera Inferiore, 2 Febbraio 2012
Presentazione del Signore